Nel corso del 2015 sono state approvate 7 fusioni di comuni, di cui una per incorporazione, per un totale di 17 comuni soppressi.
Il numero complessivo dei comuni italiani è diminuito di undici unità passando da 8.057 a 8.046.
Le regioni interessate ai processi di fusione di comuni nel 2015 sono state Friuli Venezia Giulia (1), Lombardia (2), Toscana (1) e Trentino-Alto Adige (3).
Il 25 novembre 2015 il piccolo comune di Menarola è stato aggregato al comune di Gordona (SO), dando il via alla prima fusione di comuni per incorporazione.
In basso sono elencati i nuovi comuni istituiti nel 2015.
Comuni originari | residenti al 31/12/2014 |
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Arzene | 1.819 |
Valvasone | 2.180 |
Totale | 3.999 |
Comuni originari | residenti al 31/12/2014 |
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Perego | 1.799 |
Rovagnate | 2.940 |
Totale | 4.739 |
Comuni originari | residenti al 31/12/2014 |
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Giuncugnano | 471 |
Sillano | 638 |
Totale | 1.109 |
Comuni originari | residenti al 31/12/2014 |
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Dorsino | 438 |
San Lorenzo in Banale | 1.154 |
Totale | 1.592 |
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Il processo di fusione di due o più comuni contigui è disciplinato dagli articoli 15 e 16 del D.Lgs. n.267/2000 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"[1].
Tali articoli fanno riferimento agli articoli 117 e 133 della Costituzione Italiana e dispongono che spetta esclusivamente alle Regioni modificare le circoscrizioni territoriali dei comuni e istituirne di nuovi mediante fusione.
L'obbligo per il legislatore regionale è quello di "sentire le popolazioni interessate" al processo di modifica territoriale mediante lo strumento del referendum consultivo.
La Legge n.56/2014 di riforma degli enti locali[2] ha introdotto ulteriori disposizioni e misure agevolative ed organizzative in materia di fusioni di comuni, in particolare ai commi da 116 a 134 dell'art.1.
Le funzioni amministrative dei nuovi comuni riportati in tabella 1 sono state esercitate da commissioni straordinarie rimaste in carica fino alle elezioni amministrative 2015.